Le poesie che non avrei mai voluto scrivere.
Ma forse non lo sono affatto.
Sono solo trabocchi di animo.
Se non una preghiera, il mio modo di reagire e continuare a vivere…
Tempi di guerre
Padre nostro,
che sei nei cieli,
dai cieli cadono i corpi,
e il caldo non si dissolve
con la pioggia dei pianti.
Sia santificato il tuo nome,
e tutti i nomi
che sono stati cancellati,
ci sveglieranno nel cuore della notte,
creando nuovi inferni.
Sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra—
ecco i cumuli
di polvere e anime,
tra cui scegliere
chi sia più degno.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano—
le briciole impastate di sangue
saranno il nostro veleno.
Rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori—
così fummo annientati, tutti.
E non abbandonarci alla tentazione—
meglio la disperazione:
moriremo nell’indifferenza.
Ma liberaci dal male—
che è il nostro.
È il nostro tempo di guerra,
ma non la nostra.
Il caldo,
il solito nostro,
come il freddo
che presto verrà.
Il freddo non passerà.
Mongolfiere su Gaza
Soffiò il vento—
troppo lieve per spostare le nubi.
Il fuoco non brucia più la polvere.
Il pane dal cielo—
non basta mai.
Le mongolfiere rosa gettarono un filo,
per legare l’ultimo respiro.
La speranza uccide, proprio perché è l’ultima a morire.
La manna ha sbagliato indirizzo.
Il mittente: un drago rosso.
Il triste tulipano blu
Il triste tulipano blu
non ha altra scelta
che assomigliare ai cieli.
Nelle dolci danze dei venti,
colorò il mondo.
Le risposte sono già nel cuore.
Se fosse l’ultima guerra
Riusciremo ad amarci
lo stesso,
e fare un altro figlio?
Riusciremo a pregare il venerdì,
riposare il sabato
e festeggiare la domenica?
Respiro meno.
Nel silenzio
noto i naufragi grandi:
il colore sangue,
sfibrante,
colore preferito degli dèi.
Noi,
piccoli,
stupidi scacchi
mangiati poco a poco
da re e regine.
Se fosse l’ultima guerra,
tu—amami
stasera.
E se fosse la prima?
Amami
da ora in poi.
Tempi di guerre II
Forse è perché viviamo
in tempi di guerre
e solitudine,
che—per disperazione—
riusciamo ancora a vivere.
Siamo così stanchi
di risolvere,
di piegarci,
di credere,
di cercare…
In fondo,
basterebbe solo una carezza.
Una parola,
per sbottonarci le anime
e amarci
come meritiamo.
Non senti l’abbandono?
Ci veste piano:
prima dei vestiti,
poi degli inutili argomenti.
Indulgenti, finalmente,
verso i nostri
piccoli, muti desideri…
riuscissimo almeno
a raccontarceli.
Basterebbe un solo bacio,
per diventare tutti
pazzi d’amore.
Che poi—
è quasi lo stesso
che essere felici.
Diritti riservati ©️ Noa Nur