
Mi sveglio e trovo un tronco nel mio stomaco. Mi ero addormentata abbracciandolo. Lo stringevo forte, già prima di chiudere gli occhi — forse mi avrebbe sentita.
Il giorno dopo, aveva messo radici dentro di me. Non so se siamo diventati un tutt’uno. Sento le radici stringere, aggrovigliarsi ai miei organi.
Senza permesso, si espande. Cerca spazio, ovunque. Spinge, apre, rompe.
Le fronde della verde chioma mi offrono una carezza, un po’ d’ombra, un frutto acerbo.
Se non si fa in tempo, sconquasserà il tutto. Ma il tutto è niente se lo strappo. I miei pezzi verranno sradicati. E come farò a vivere?
